"La popolazione agricola era scesa per l'Italia, tra il 1861 e il 1951, dal 59,6 al 42,6% e per la Lombardia dal 57,7 al 20,1%; e nel 1961, rispettivamente al 29 e all'11,2%. In Sicilia, per contro, la ruralizzazione dell'economia era continuata assai forte dopo il 1861: ancora nel 1951, il numero indice della popolazione agricola rispetto al 1861, fatto eguale a 100, era di 134,8 di fronte ad un valore di 94,9 per l'Italia e di 51,4 per la Lombardia. Perciò, per gran parte delle campagne siciliane gli addetti all'agricoltura sono tuttora molto numerosi rispetto alla popolazione attiva totale, nonostante la loro recente, cospicua contrazione. E dovunque: nelle aree del latifondo interno come nelle plaghe di agricoltura intensiva e moderna dei litorali, specie di quello ionico. Frequenti sono infatti i comuni, la cui popolazione agricola interessa il 70% della popolazione attiva, e talvolta anche più dell'80%: nell'altipiano interno (Castel di Iúdica 79; Lucca Sicula 79; Calamònaci 74; Castrofilippo 76), come sulle spalle più elevate dei Peloritani (sia ioniche: Antillo 76; Casalvecchio Siculo 73; Castelmola 72; Mongiuffi Melìa 74; Motta Camastra 79; Roccafiorita 80, che tirreniche: Fondachelli Fantina 78; Mazzarrà Sant'Andrea 80; Rodì Milici 75)..."
Signes non pour être complet, non pour conjuguer / mais pour être fidèle à son ‘transitoire’ / Signes pour retrouver le don des langues / la sienne au moins, que, sinon soi, qui la parlera ? H.M.
24 octobre 2012
Popolazione agricola sulle spalle tirreniche
Aldo Pecora, Sicilia, Torino: UTET, 1968, p. 219-220.
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